Publié le: 3 mars 2023

stefano modenini, aiti

Fare azienda oggi

stefano modenini, aiti

Da oltre tre anni siamo confrontati a degli eventi che hanno una grande incidenza sull’economia e la società. Il conflitto fra Russia e Ucraina ha aggiunto incertezze a livello economico che si sommano agli effetti negativi causati dalla pandemia sulla catena di creazione del valore.

La situazione è paradossale, perché gli ordinativi nelle aziende sono presenti – anche se gli indicatori delineano un rallentamento della congiuntura nel 2023 – ma le difficoltà legate alla fornitura del materiale, all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, o alla mancanza del personale specializzato necessario, gettano comunque un’ombra sulla competitività delle imprese. A ciò si devono aggiungere gli scenari di più lungo termine, che le imprese devono considerare: invecchiamento della popolazione, necessità d’implementare tecnologie sempre più costose, transizione ecologica e necessità di aumentare la produzione di energia, sicurezza informatica e digitale e altro ancora.

Come sappiamo, il novanta per cento delle nostre imprese hanno meno di dieci dipendenti. Una situazione che caratterizza sia l’economia svizzera sia l’economia ticinese. Di fronte ai cambiamenti appena citati, è evidente che un tessuto di PMI esteso come il nostro ben difficilmente potrà affrontare da solo i mutamenti economici, tecnologici e sociali ai quali saremo confrontati.

È chiaro che quando il costo dell’energia in una PMI ticinese aumenta di dieci volte in pochi mesi, oppure quando già sappiamo ora che nel giro di poco più di dieci anni anni usciranno dal nostro mercato del lavoro decine di migliaia di persone, i problemi diventano sistemici e non possono più essere gestiti dalla sola impresa. Per questa ragione pensiamo che lo Stato debba aumentare gli sforzi per mantenere l’economia competitiva attraverso il miglioramento costante delle condizioni quadro per fare impresa: fiscalità concorrenziale, poca burocrazia, sostegno all’innovazione, personale qualificato, certezza del diritto, ecc.

Si fatica in questo scenario a trovare delle opportunità, ma chi frequenta le aziende è consapevole della laboriosità e della capacità competitiva delle nostre imprese.

I problemi sorti negli ultimi tre anni a causa della pandemia e della guerra fra Russia e Ucraina e le future conseguenze dei nuovi assetti geopolitici, in particolare fra le superpotenze mondiali, sono comunque tali da rendere necessario un intervento dello Stato. Non certamente, se non nelle situazioni ritenute più urgenti e gravi, per proporre un intervento finanziario, quanto piuttosto per fare scelte politiche che permettano di dare a chi fa impresa sufficiente certezza di operare in un contesto di condizioni quadro competitive e accettabili.

Il fatto che i clienti continuino a fare affidamento sulle PMI ticinesi ci restituisce però la convinzione che nonostante tutto occorre guardare avanti trovando soluzioni ai problemi che si pongono. Non c’è del resto alternativa.

Stefano Modenini

Direttore AITI –

Associazione industrie ticinesi

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