Adottare nuove tecnologie vincenti non è solo un’opzione per le imprese, ma un imperativo strategico. Il panorama è sempre più dinamico e plasmato da innovazioni che stanno ridefinendo il modo di lavorare in tutti i settori, trascinando verso la trasformazione persino i settori con i maggiori vincoli, come ad esempio la pubblica amministrazione, le banche, o le assicurazioni. Chi esita, rischia di perdere la propria competitività .
Il tempismo è cruciale, e adottare l’IA fin da subito – magari con piccoli progetti – permette alle imprese di impararne gradualmente le modalità e prendere confidenza per poterne sfruttare il potere trasformativo. Nonostante il frastuono creato dalle numerose «roadmaps» proposte da nuovi guru per la trasformazione digitale, e l’esplosione di start-up e prodotti che promettono l’inverosimile con un click, il passaggio all’intelligenza artificiale non deve essere necessariamente un’impresa intimidatoria, costosa o eccessivamente ambiziosa. Contrariamente alla percezione di una rivoluzione totalizzante, è possibile avviare questa trasformazione con investimenti modesti e aggiornamenti graduali. Piccoli passi costanti verso l’integrazione dell’IA possono generare impatti significativi sin dal breve e medio termine.
Comprensione concreta
Piuttosto che stravolgere i flussi di lavoro, un consulente pragmatico può guidare il processo di integrazione, adattando le soluzioni alle esigenze specifiche dell’impresa e alla sua capacità di investimento.
In Artificialy sposiamo questa filosofia, unendo un team tecnico specializzato su un’ampia gamma di tecnologie all’avanguardia con una comprensione concreta dei processi aziendali dei nostri clienti. Questo ci permette di supportare le loro esigenze sin dalla fase di assessment, poi attraverso la progettazione, sviluppo e fino all’industrializzazione di una soluzione cucita su misura.
Molte aziende svizzere e globali si sono affidate a noi, tra le più note: Sony, Abacus, Philip Morris, Swisscom, Georg Fisher e Bystronic. Ma lavoriamo molto anche con PMI e budget limitati, in numerosi settori tra cui quelli della produzione industriale, della finanza, del banking, del marketing, e del servizio pubblico.
«Intelligenza artificiale» infatti, non è un’unica tecnologia ma un insieme di tecniche che si applicano in ambiti molto diversi: dalla riduzione di costi e sprechi in produzione, fino all’accelerazione di processi di vendita e sopporto, automatizzazioni, e valorizzazione dei propri dati per compiere le scelte giuste e molte altre ancora. La vastità di questo scenario può facilmente travolgere un imprenditore che vuole approcciarsi alle novità , ma l’altra faccia di questa medaglia è che ci è possibile trovare soluzioni personalizzate per imprese di tutte le dimensioni e settori.
In particolare, possiamo portare come esempio concreto il lavoro fatto con un produttore di componenti di architettura, dove il controllo di qualità nelle fasi chiave della produzione è stato automatizzato grazie a piccole telecamere economiche. In questo caso, con un investimento molto limitato si è potuto ridurre significativamente i costi di produzione e ridurre al contempo il tasso di difettosità . Non si può ovviamente dimenticare la cosiddetta intelligenza artificiale generativa (es.: ChatGPT), quel ramo dell’IA che riempie le pagine dei giornali in questi mesi. Permette, con investimenti minimi, di recuperare informazioni e documenti in una frazione del tempo che normalmente servirebbe, di stilare bozze o sintesi nel tempo di un click, lasciando al professionista solo la parte più «intelligente» del lavoro.
Fantastico prodotto inutilizzato?
Tuttavia, per chi lavora con dati sensibili, il controllo su come vengono gestiti e una garanzia di rispetto della privacy sono requisiti fondamentali. È proprio grazie all’ascolto delle esigenze di quei clienti che abbiamo sviluppato PrivateGPTTM (www.privategpt.ch), un «large language model» che rispetto ai famosi modelli in cloud ha il grande vantaggio di poter essere contenuto in un piccolo server, installabile direttamente nei propri uffici o in un data center selezionato. Stiamo già avviando progetti con assicurazioni, studi legali e banche che ci chiedono questo modello per mantenere i propri dati totalmente confidenziali e sotto controllo, senza il rischio di sviluppare un progetto di IA che dipenderà sempre da una società terza spesso dislocata al di fuori della Svizzera.
Infine, è importante anche tenere conto di fattori molto «umani» per la riuscita di un progetto tecnologico. Le abitudini, le paure, e le capacità tecniche dei propri impiegati o clienti influenzeranno la riuscita dell’implementazione di molte soluzioni. Considerare anche questi elementi garantisce un maggiore successo nell’adozione delle novità da parte degli utenti. Ignorarli invece crea il rischio di rimanere con un fantastico prodotto di IA totalmente inutilizzato e, di conseguenza, non redditizio. Se è chiaro che l’uomo deve essere parte delle considerazioni quando si sviluppa o acquista tecnologia, è importante anche segnalare che l’IA spesso non mira a sostituire del tutto il lavoro umano, ma semmai a potenziarne la competenza. Delegando compiti che richiedono tempo e risorse specializzate, i dipendenti guadagnano la capacità di concentrarsi su responsabilità complesse e non delegabili, favorendo la crescita ed espansione aziendale. Penso per esempio al progetto con una società di logistica per la quale stiamo sviluppando un sistema di automazione delle commesse. Il prerequisito iniziale è la digitalizzazione dei documenti, che grazie a semplici scansioni possono essere «letti» dall’IA e i dati utili vengono automaticamente estratti e organizzati.
Collaborazione tra umani e IA
Il secondo passo è stato quello di sviluppare una soluzione che assiste l’esperto nel prendere decisioni, suggerendo risposte ai suoi quesiti e fornendo documentazione pertinente. Poi, grazie ad un feedback continuo dell’esperto che collabora attivamente con la macchina, essa «apprende» e si perfeziona. Infine, puntiamo ad un’autonomia quasi totale della macchina che permetterà all’esperto di ritrovare il tempo per fare attività di crescita e sviluppo, come gestire l’apertura di una nuova sede o l’interazione con i clienti. L’obiettivo è che la macchina diventi più efficiente della persona in alcuni compiti, come la valutazione del miglior percorso per la spedizione o il calcolo dell’offerta. Ma anche che liberi tempo per la persona, che grazie al suo know-how è una risorsa costosa, difficile da procurare, e con capacità molto più avanzate della macchina in ambiti non-standard. La sinergia della collaborazione tra umani e IA sblocca quindi nuove possibilità rendendo le imprese più agili e resilienti in un panorama in rapido cambiamento.
In conclusione, l’onda dell’intelligenza artificiale è inevitabile e il momento per le imprese di cavalcarla è ora. Abbracciare questi cambiamenti non deve essere un gioco d’azzardo puntando su tutto o niente; piuttosto, è una serie di piccoli passi strategici e ben calibrati che, se fatti con constanza, risultano in fondamenta solide e un successo duraturo.
Antonio Calegari,
CEO di Artificialy SA